L'analisi della proporzione e della distribuzione distrettuale della massa magra e della massa grassa deve precedere qualsiasi valutazione e trattamento del sovrappeso e dell'obesità. Una delle metodiche più semplici ed immediate è la misurazione di alcune circonferenze del corpo associata a quella dello spessore di alcune pliche ottenute "pizzicando" la cute in determinate aree: particolari equazioni adattate per età, razza e sesso permettono dedurre da queste misurazioni una stima attendibile della composizione corporea sia totale che localizzata, per esempio agli arti.
Per contrastare l'aumento di peso sicuramente la dieta, intesa come attenzione all'alimentazione, è ancora l'intervento fondamentale. Occorre però superare il vecchio concetto delle calorie basato soltanto sul bilancio energetico che deve mantenersi negativo tra le calorie introdotte e quelle consumate. Pur dovendo tenere in considerazione il valore energetico o calorico degli alimenti, la composizione di questi ultimi e la loro interazione con i ritmi metabolici ed addirittura con l'espressione genetica sono la base di una visione più moderna di dieta.
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Le evidenze sperimentali mostrano una grande importanza dei fattori genetici nel determinare la massa corporea, con un'influenza sul BMI stimata dal 40% al 70%. La nutraceutica e la nutrigenomica studiano il rapporto tra alimentazione e genetica e si basano sul concetto che l'espressione, cioè l’attivazione o l'inibizione dei geni, sia regolata da fattori ambientali, tra cui il cibo. Lo studio delle caratteristiche genetiche della persona permette di individuare la sensibilità ad un certo tipo di dieta ed i cibi più indicati per perdere peso.
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Una delle cause di sovrappeso e obesità è l'alterato rapporto con il cibo che perde la sua funzione prettamente biologica per assumere un valore più simbolico di appagamento e piacere, oltre che di sfogo per ansie ed emozioni. Questi contenuti psicologici diventano un ostacolo per la motivazione alla dieta e per il mantenimento di un'alimentazione più controllata. In questi casi può essere fondamentale un supporto psicologico che aiuti a superare il disagio iniziale e a valorizzare e mantenere i risultati raggiunti.
La pratica regolare di attività fisica è un fattore protettivo da incremento ponderale ed obesità. È ormai ampiamente dimostrato che l’attività fisica associata alla restrizione calorica e a una dieta equilibrata aumenta significativamente la perdita di peso ottenibile con la sola dieta e maggiore è il livello di attività fisica praticata minore è il recupero ponderale. Per ottenere questi risultati è sufficiente praticare almeno 150 minuti di attività aerobica alla settimana, distribuiti nei diversi giorni per periodi continuativi di almeno mezz'ora.
È un trattamento medico che ha lo scopo di ridurre gli accumuli di grasso localizzato, frequentemente presenti nelle persone obese o in sovrappeso, ma scarsamente riducibili con la dieta ed all'attività fisica. L'azione sul grasso localizzato non ha una significativa incidenza sul peso, che si riduce in maniera modesta, ma determina un rimodellamento della figura corporea, che associato alla perdita di peso ottenibile con la dieta e l'esercizio fisico, permette il raggiungimento di un risultato estetico globalmente molto apprezzabile.
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Agiscono sulle adiposità localizzate, ma anche su rilassamento cutaneo e smagliature. La combinazione di uno od entrambi i trattamenti ad una dieta ipocalorica permette di controllare l’insorgenza di questi inestetismi correlati spesso alle importanti riduzioni di peso che si possono ottenere con una dieta. Si ottimizzano i risultati effettuandoli contemporaneamente alla dieta e ad un programma di attività fisica con sedute mono o bisettimanali, per un totale di almeno dieci sedute.
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