Nonostante il termine filler suggerisca soltanto la funzione di semplice “riempitivo”, di solchi e rughe del volto, attualmente si indica con questo nome un gruppo di presidi medici molto eterogeneo per composizione, densità ed indicazioni che permette di ottenere anche un rimodellamento molto naturale dei contorni e dei volumi del viso. L’acido ialuronico è attualmente uno dei filler più utilizzati per la sua sicurezza e versatilità. Nella sua forma naturale viene rapidamente degradato dagli enzimi del derma. Per renderlo più resistente e prolungarne l’effetto fino a sette-nove mesi, viene sottoposto a procedimenti chimici. Queste modifiche permettono di ottenere filler di diversa consistenza e caratteristiche che possono rendere l’impianto, effettuato con aghi sottili o microcannule, completamente compatibile con aree cutanee di diverso spessore. Altre sostanze riassorbibili come carbossimetilcellulosa, acido polilattico e idrossiapatite di calcio hanno durata superiore rispetto all’acido ialuronico, ma anche maggiori costi ed incidenza di effetti collaterali come reazioni allergiche, formazione di noduli e granulomi, compressione di vasi sanguigni. Si tratta di eventi comunque molto rari; più frequenti sono quelli transitori legati all’uso di una tecnica iniettiva: ematomi, arrossamento e gonfiore.